Fascismo islamico (Italian Edition) by Hamed Abdel-Samad & Chiara Ujka

autore:Hamed Abdel-Samad & Chiara Ujka [Abdel-Samad, Hamed & Ujka, Chiara]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 123
Amazon: B01N6ZXHKJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2017-05-04T00:00:00+00:00

8. BOMBE ISLAMICHE E FASCISMO SCIITA

Dopo due notti a girovagare nel centro di Beirut tra caffè, bar e club, potrei anche pensare che gli stili di vita occidentali abbiano conquistato il Libano e che il concetto europeo di libertà si sia guadagnato un suo spazio, ma l’apparenza inganna. Al terzo giorno in città mi dirigo a sud, verso il quartiere Dahieh, e bastano dieci minuti in taxi perché mi si presenti davanti un drastico cambiamento di scenario. Quasi nessuna donna cammina per le strade senza il velo e sui muri sono disegnate le facce dei martiri del conflitto libano-israeliano. Riesco a distinguere le parole scritte al di sotto: «Non dimenticare. Beirut Sud è territorio Hezbollah».

Il mio taxi passa di fianco ai campi profughi delle Nazioni Unite dove vivono i palestinesi nati in Libano, che, avendo lo status di rifugiati, sono esclusi dalla maggior parte dei posti di lavoro. Dovrebbero mantenere tale status così da poter ritornare prima o poi in Palestina. In Europa, Canada e Stati Uniti i palestinesi vivono vite molto diverse: sono medici, avvocati e imprenditori che hanno acquisito da tempo la cittadinanza nei paesi che li ospitano. Anche in Israele, i cittadini nati in Palestina occupano dei seggi nel Knesset, il parlamento. Questi esuli hanno affrontato la realtà politica, cercando di trarne il meglio possibile pur senza dimenticare la propria identità araba o palestinese, scegliendo di non restare bloccati dalla loro difficile situazione, come invece accade ai palestinesi stessi negli stati arabi. I governi di questi paesi non aiutano affatto i figli dei rifugiati palestinesi a ottenere la cittadinanza saudita, del Kuwait, o del Libano, perché ritengono che possa danneggiare la causa della Palestina in quanto minerebbe il diritto delle persone in fuga a fare ritorno in patria.

«Orgoglio nazionale significa resistenza armata», ho letto su un cartello posizionato tra le immagini dell’ayatollah Ali Khamenei e Hassan Nasrallah: uno è il capo del regime dei mullah in Iran, l’altro il segretario generale di Hezbollah.

Pochi movimenti sono riusciti a infondere le idee di base del fascismo tanto quanto il gruppo di Nasrallah, le cui camicie nere non sono solo una milizia, ma una polizia armata di uno stato dentro lo stato. L’antisemitismo è alla base delle attività del gruppo, così come la fedeltà incondizionata a un unico leader, l’essere sempre pronti alla battaglia e il martirio potenziale, tenuto nella massima considerazione. Ancora oggi il saluto nazista è parte integrante delle parate militari di Hezbollah.

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